Alla ricerca della sintesi

Avevo scritto questo post alcuni mesi fa ma non essendo riuscito a completarlo e rileggerlo, è rimasto lì, in bozza, per tanto tempo. Credo sia venuto il momento di pubblicarlo. Non so se è il mio ultimo post ma è possibile e per questo colgo l’occasione per salutare calorosamente ogni lettore che ancora, quando magari gli arriva una notifica automatica, passa di qua. Grazie di cuore, a tutti, per aver fatto un tratto di strada assieme.

Vi lascio al post…

Da quando è nato e per molti anni, il sottotitolo del mio blog è stato “Alla ricerca dell’anima”. Questo sottotitolo prese il nome, o almeno fu influenzato, da un libro che aveva lo stesso titolo. Era un libro nato in piena epoca New Age, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, dove l’autore, Larry Dossey, all’epoca medico internista, cercava di conciliare scienza e spiritualità. Non ricordo se ho mai riletto quel libro, che tuttora possiedo, ma certamente mi piacque molto.

Da quando iniziai il mio percorso, molto prima della fondazione di questo blog, anch’esso passato attraverso diverse piattaforme, mi sono imbattuto in molte correnti di diverso tipo. C’è stata la psicologia e le sue applicazioni, le diverse forme di New Age, lo Yoga in tutte le sue forme, molte scuole di induismo – in particolare l’Advaita Vedanta – il Buddhismo, anch’esso suddiviso in molteplici scuole e correnti diverse, ma anche l’Alchimia, lo spiritismo e diversi mistici e filosofi occidentali, come Meister Eckhart e Plotino. Qua e là lungo il percorso faceva capolino la scienza, con la fisica, l’astronomia, la meccanica quantistica e scienziati che a loro modo, forse nemmeno volendolo, esprimevano essi stessi una filosofia, una forma di spiritualità agnostica, per così dire. Einstein e Sagan ne sono solo due esempi.

Negli ultimi anni sono stato interessato al Buddhismo anche se non mi riferirei a me come Buddhista. Mi avvicinai ad esso grazie alla promessa di libertà dalla sofferenza di Buddha Shakyamuni. Guardando quest’ultimo tratto di percorso, a ritroso, vedo una filosofia di base impeccabile, una visione della realtà tanto ineccepibile e inattaccabile quanto potenzialmente pratica e, appunto, liberatoria se portata nella vita quotidiana e nel sé più profondo e qui sta la vera forza del Buddhismo: il suo metodo. Un metodo che, se seguito non in maniera meccanicistica ma facendolo divenire parte integrante del proprio pensiero, al punto di seguirlo dimenticandosi che da lì ha preso spunto, permette di portare serenità e pace in un luogo e in un tempo dove è difficile trovarle.

Eppure il Buddhismo nasce fondamentalmente dalla ricerca interiore di una persona, dalle sue osservazioni, dalle sperimentazioni e dai risultati che vedeva in sè stesso. Ciò che ha fatto Buddha avrebbe potuto essere fatto, almeno potenzialmente, da ciascuno di noi. E di fatto, seppure con espressioni e apparenze diverse, Buddha non è stato il solo a fornire un valido metodo, ce ne sono altri apparentemente diversi perché nati, cresciuti e influenzati da culture diverse, ma altrettanto validi e che, in fondo, recano gli stessi messaggi.

E soprattutto c’è ciascuno di noi, ogni singola persona, che costituisce storia a sè, che è un universo in sè. Non possiamo mai essere, diventare, cloni di qualcun altro, per quanto grande e influente esso sia o sia stato, perché il nostro io, con il quale volenti o nolenti viviamo questa vita, è forgiato da ogni singola circostanza e avvenimento che è accaduto in precedenza. Come potremmo essere uguali o diventare uguali a qualcun altro? Oguno vive nel proprio paradigma di credenze, credendo solitamente che quella che sta vivendo non è la sua percezione della realtà bensì la realtà assoluta.

Proprio perché non possiamo essere uguali e avere le stesse percezioni, non esiste, non può esistere, qualcuno che è tenutario della visone e della percezione corretta ed assoluta, perché la sua visione e percezione dipendono da lui stesso, dai suoi filtri, dai suoi sensi e così via. Tra l’altro, è vero che gli esseri umani hanno sensi simili, ma ciò che è “simile” è per definizione diverso, non è “uguale”.

Ad un certo punto perciò dovremmo smetterla di cercare un maestro da emulare perché vorrebbe dire che stiamo solo continuando a cercare un’altra maschera da indossare, qualcuno che faccia per noi “il lavoro sporco”.

Non so quanti anni ho ancora davanti a me, possono essere tanti (compatibilmente con la mia età) o pochi, non importa, ma certamente sono comunque entrato già da un po’ nell’ultimo tratto del mio percorso. Ho… scavallato, per così dire. E adesso sento che le stampelle non sono più utili, perché quando poi affronti temi grevi, le stampelle non reggono. Sei tu, da solo, di fronte all’abisso. L’unica cosa che conta a quel punto è ciò che hai coltivato e che hai dentro. Non ti puoi portare libri, articoli, un motore di ricerca. Ad un certo punto nemmeno la ragione è più di utilità, perché la ragione non può reggere di fronte al nulla (o al tutto, se preferite). E’ come quando, all’improvviso, state per essere messi sotto da una macchina: non potete fermarla dicendo “Ehi, un attimo! Devo pensare a cosa fare, al miglior modo di scansarmi!”, la reazione viene da dentro, dall’inconscio, ed è determinata da come abbiamo vissuto e da cosa abbiamo coltivato fino a quel momento. Se abbiamo coltivato la paura, la paura ci bloccherà e saremo investiti, se abbiamo coltivato l’attenzione, la presenza, allora – forse – avremo la prontezza per buttarci dalla parte giusta.

E’ anche per questo, probabilmente, che ormai non scrivo quasi più (non solo sul blog). In realtà da molti anni questo blog si era già via via trasformato da un blog di “pensieri” ad uno di eventi, per lo più personali, di cui mantenere il personale ricordo. Sento che il mio “rifugio” è la vita spicciola, per così dire, le cose e le “anime” che la riempiono ogni giorno. Quello che mi serve, a questo punto, lo ho già, sta a me usarlo. Non ho nulla da cercare, se non per curiosità. Non credo più di avere qualcosa da insegnare o che ci sia qualcuno che possa o debba apprendere da me. Se non forse per un eventuale esempio che però non può essere trasmesso a parole, ancora meno se si tratta di parola scritta.

Qual è il gregge peggiore?

Da che mondo è mondo si è sempre sentito parlare di “gregge” sebbene non sempre in termini negativi, basti pensare al buon pastore che cura il suo gregge, ma oggi il termine gregge ha assunto una connotazione negativa, perfino i pubblicitari cavalcano l’onda dello “essere sé stessi distinguendosi dalla massa”.

Peccato che l’essere sé stessi non dovrebbe dipendere da cosa fa, o da come è, la maggioranza delle persone: se uno è sé stesso lo è indipendentemente dagli altri, in alcune cose il suo modo di essere sarà in accordo con quello della maggioranza, in altri aspetti sarà diverso. E’ normale che sia così. D’altronde cos’è la “maggioranza” se non una media? E una media viene fuori da tutto: si calcola tenendo conto degli estremi e da tutto ciò che sta in mezzo. Non può non esistere una maggioranza, non sarebbe possibile. Nel momento in cui una minoranza diventa prevalente diviene maggioranza. Quindi chi per definizione si oppone alla maggioranza dovrebbe costantemente cambiare sé stesso man mano che la maggioranza cambia (il che avviene costantemente nel passare degli anni). E’ una assurdità. Non è in cerca di sé stesso, vuole solo distinguersi dagli altri, vuoi per darsi un tono di superiorità (non perché sia davvero superiore ma perché “non è come gli altri”, e tanto gli basta), vuoi per giustificare e, soprattutto, autogiustificare i propri comportamenti, scelte, paure. Faccio qualcosa che mi piace fare oppure non la faccio perché ho paura di farla. Invece di ammettere semplicemente che le cose stanno così, primo passo per capire se si sto andando su una strada giusta e costruttiva, cerco la giustificazione nel fatto che “non sono una pecora che fa parte del gregge”.
Chi cerca sé stesso non decide in base agli altri, li ascolta, certo, ma poi decide con la propria testa. Se decide di fare sempre cosa la maggioranza fa oppure di non fare sempre cosa la maggioranza fa, è condiziato da essa allo stesso modo. Forse nel secondo caso perfino di più, perché voler essere sempre “contro” è stancante.

Non c’è peggior gregge di quello che identifica, spesso artificialmente, un gregge dal quale distinguersi così da giustificare e autogiustificare le proprie scelte, spesso dettate dalla paura, o darsi egocentricamente un tono di superiorità.

Ricordi d’estate

Dopo soli tre mesi quasi esatti 😀 rieccomi qua. Mi riprometto sempre di ridare vita a questo blog ormai parecchio smorto ma poi, per un motivo o per un altro, la cosa resta nello schedario dei buoni propositi 🙂 Probabilmente il motivo principale è che i blog sono più impegnativi dei social network dove la comunicazione è più veloce ma anche necessariamente più povera.
Comunque, cerco di riprendere e il primo post lo dedico ad un’estate che in fondo è stata meno peggio di quanto ci saremmo aspettati, visto che si poneva tra un’ondata pandemica appena finita e un’altra – che all’epoca era solo probabile ma, ahimé, è diventata realtà – alle porte.

Il primo posto dove siamo stati è stato a Marmora, in Valle Maira. E’ stato il primo viaggio lunghetto dopo parecchi mesi e infatti la nostra Suryetta, nonostante i fiori di Bach contro il mal d’auto, ha lasciato un po’ di stomaco sul coprisedile posteriore 😀 Forse anche per questo all’arrivo sembrava particolarmente sorridente 😉

Il posto era sicuramente bello, purtroppo il sentiero che partiva da lì era occupato da… una mandria di mucche con vitellini (quindi un po’ sulla difensiva) per cui, avendo il cagnolino a rischio scalciata, abbiamo preferito optare per una tranquilla giornata in vista del mattino dopo dove, spontandoci, abbiamo fatto lo spendido sentiero dei ciclamini.

Ormai Tom non ci vede quasi più e patisce particolarmente il caldo, quindi ci serviva un percorso il più possibile ombreggiato, fresco e facile; questo sentiero, soprattutto nella prima parte, costeggiando un torrente, era perfetto e ci è piaciuto molto.

Il secondo luogo, dove ci siamo fermati due notti visto che era un poco più distante, è stato Cadarese e la Val Formazza.

 

Cadarese, così come Marmora d’altronde, è un delizioso paesotto con caratteristiche casette in pietra recuperato e reso ideale per fini turistici. Abbiamo scelto un B&B con ampio giardino dove i nostri potessero rilassarsi, è evidente come si sentano subito a loro agio…

La seconda mattina, siamo andati alla scoperta del Lago di Morasco, a 1815 metri sul livello del mare. Era nuvoloso con minaccia di pioggia e non faceva certo caldo ma… per Tom ormai sono queste le temperature ideali e infatti ha fatto il giro del lago senza alcuna difficoltà (Tom ha l’equivalente di 81 anni nostri 😉 ). In quanto a Surya… bé, ogni ansa del lago era la sua, forse sperava di vedere il mostro di Loch Ness in vacanza, chissà 😀

Il terzo è ultimo posto è stato il nostro agriturismo preferito, alle porte di Limone Piemonte (dopo poche settimane pesantemente toccato dal maltempo). Torniamo lì quasi ogni anno, più che altro per fuggire almeno un weekend dal caldo in un luogo di assoluto relax che i nostri “ragazzi” conoscono ormai bene e nel quale si trovano a loro agio.

Il giorno della partenza comunque non ci siamo fatti mancare una bella passeggiata lungo la via del sale che parte proprio da Limone, ovviamente un pezzo breve perché le risorse del nostro vecchietto sono limitate… ma un po’ di movimento gli piace sempre, oltre che essere salutare 😉

Un saluto dai nostri ragazzi, in attesa dei prossimi viaggi… ormai per post pandemia!

“Gli animali sono eterni bambini” (Madre Teresa di Calcutta)

Questo scriveva Madre Teresa di Calcutta (citazione completa a pie’ di articolo). Forse intendeva anche dire che, quando ne prendi qualcuno, poi ti “tocca” amarlo e curarlo per tutta la sua vita come se fosse un bambino 😛

Al momento, di sette animali, ne abbiamo almeno tre che hanno problemi che comportano un notevole dispendio di energia (di sonno e di soldi, pure).

Di Perseo ho già parlato nello scorso post. Il nostro gattone rosso, che dopo l’operazione sembrava guarito completamente, ha ripreso ad avere attacchi di starnuti e muco dal naso (solo una delle narici). Non sono – al momento – attacchi seri come in precedenza, ma comunque speravamo meglio 😦 Tocca fargli inalazioni, pulirlo, mettergli goccine nel nasino quando ha gli attacchi…

Ora la malatina più seria è Surya. La nostra cagnolona (in realtà è 17 chili, ma in confronto a Tom è un gigante) ha pensato bene di dare di matto allorquando un cane che non le è proprio simpatico è passato di fronte al nostro giardino: ha iniziato a correre abbaiando avanti e indietro fino a ferirsi su una plastica rigida che funge da separatore di sassolini decorativi (che sono di due colori) oppure contro uno dei sassi, anche quelli decorativi. Risultato: taglio profondo di un polpastrello, praticamente diviso di netto dagli altri. Sangue, corsa dal veterinario, tre punti saltati presto (i polpastrelli dei cani sono molto soffici, è come mettere i punti nel burro: ci si prova ma non tengono) e una spossante continua attenzione in medicamenti, fasciature e evitamento di leccature dannose dell’arto (abbiamo provato anche il collare elisabettiano ma la bestiola ha addirittura vomitato dall’ansia). Ieri sera, di ritorno dalla passeggiata, ho dovuto fare gli ultimi 50 metri con lei in braccio perché aveva male a continuare.

Abbiamo appena passato il periodo Jones, il micio capobranco di casa, che in qualche modo si era fatto un occhio pesto e lacrimante e inoltre aveva le orecchiette tempestate di piccoli bubboni… piace molto alle zanzare, tutti gli anni è così! 😐 Così, via di olio di neem sulle orecchie e gocce di antibiotico nell’occhietto e… lui non è Perseo, è un piccolo torello che a stare fermo non ci pensa neanche 😛 ).

E infine – per ora – c’è il vecchietto di casa: Tom. Per fortuna (voi non mi vedete ma sto facendo le corna) ora è un periodo che sta bene, ma comunque l’età c’è (16 anni, corrispondenti a 80 dei nostri) e anche le difficoltà: ormai la mattina la passeggiata è sdoppiata, io porto lui (che al mattino è davvero “seduto”, al punto di apparire barcollante), Lady Wolf porta Surya (così puo’ arrivare al parco e giocare con gli amichetti). Non ci vede e non ci sente quasi più, non è possibile distrarsi un attimo: cade dai marciapiedi, sbatte contro muri e cose, va in panico se non ci sente vicino… Fa’ una tenerezza assoluta, soprattutto a ricordarlo pochi anni fa quando ancora rincorreva pigne e palle, saltava tra le rocce durante le escursioni ed era sempre in testa al gruppo. Caro amico mio, ti staremo sempre vicini, non temere 🙂

Insomma… chi crede che tenere un animale sia solo rose e fiori… è meglio si prenda un peluche 😉 Un animale è… finché vita non ci separi 🙂

Perchè amare gli animali?
Perché ti danno tutto, senza chiedere niente.
Perché contro il potere dell’uomo con le armi, sono indifesi.
Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l’odio nè la guerra.
Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo.
Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima.
Perché non conoscono l’invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro.
Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora.
Perché non comprano l’amore, 
semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici, 
che niente potrà separare.
Perché sono vivi.
Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. 
Se imparassimo ad amarli come meritano, saremmo molto vicini a Dio.”
( Madre Teresa di Calcutta )

 

Considerazioni di fine ondata pandemica (prima… e speriamo anche ultima) e notizie su Perseo

Che dire? ci eravamo lasciati all’inizio della pandemia in Italia e ci ritroviamo adesso che, dati e sensazioni alla mano, siamo alla fine almeno della sua prima ondata; nessuno sa se finirà qua, se ci sarà una coda, se si ripresenterà come una seconda ondata autunnale. Esistono solo supposizioni. Tuttavia, è evidente che almeno i casi gravi siano fortemente diminuiti, qualcuno dice addirittura scomparsi.

Pur essendo ormai diventato un “virologo in pectore” come milioni di italiani a suon di vedere servizi e leggere documenti, e essermi fatto delle idee mie in merito, con questo post mi accingo piuttosto a valutare come è stata la risposta delle persone, o almeno dei miei connazionali e, ancora di più dei miei concittadini.

Siamo passati in una prima fase di rifiuto, nella quale in pochi (troppo pochi) si erano resi conto del potenziale pericolo. Si parte dai nostri eminenti luminari che hanno pensato che i cinesi fossero tutti idioti o esagerati (in realtà pare minimizzassero addirittura) e che sono andati avanti in un clima di assoluta noncuranza al grido di “tanto qua non arriva” con sporadiche deviazioni sul “anche lo facesse, è poco più di una influenza”. Magari si sarebbero potute risparmiare migliaia di vittime ma tanto… è un virus nuovo e dunque è in loro potere l’autoconcessione del “non potevamo sapere”. Dietro un simile esempio, orde di persone hanno continuato a vivere esattamente come facevano prima, assolutamente incuranti delle distanza di sicurezza (almeno quelle, visto che di mascherine non c’era nemmeno l’ombra e percio’ era stato detto che erano inutili – come dire che il frigo non serve a nulla perché tanto non ci sono provviste…). Il risultato è stato, purtroppo sotto gli occhi di tutti. Eppure… adesso ci sono pure i negazionisti.

Abbiamo attraversato la fase del terrorismo psicologico, nella quale il cittadino italiano è stato spinto non solo nel baratro della paura ma perfino nel farsi zelante delatore di chi era certamente un pericolossimo reo colpevole di non rispettare le regole della clausura e del coprifuoco. Mentre da una parte la gente era pronta a scannarsi l’un l’altra, sui social o dalle finestre, dall’altra stendeva bandiere, metteva musica dai balconi, gridava proclami d’amore incondizionato verso il prossimo e propositi natalizi stile “da ora in poi ci vorremo tutti bene!”…

Poi è arrivata la “fase due” e si è cominciato a vedere bene che, come prevedibile… erano un mucchio di stupidaggini: non siamo cambiati per nulla, anzi pare prendere la voglia di riprendersi il tempo perduto (inquinamento incluso).

Possiamo contare i soliti ferventi del complottismo, i negazionisti, per cui le file dei camion da Bergamo non erano piene di cadaveri, ma di casse vuote, grazie alla perfetta regia di un qualche “Sacro Ordine Mondiale” che evidentemente ha deciso che un po’ di coprifuoco a livello mondiale avrebbe giovato… a che non so, forse alle loro tasche? Ad una “democratica” diminuzione della popolazione mondiale che era troppa? Forse puntando a guadagnare su vaccini che magari non serviranno nemmeno? Non si sa. Dopo i vari No-VAX, No-5G, No-Tutto, non potevamo mancare i No-Mask. Ci mancherebbe.

Poi c’è la componente politicizzata, per la quale… speriamo vada male così possiamo addossare le colpe al Governo oppure alle varie Regioni, a secondo del livello di espressione. Ho visto l’ordinanza “A” fatta dalla regione “rossa” osteggiata violentemente dai “neri” ma la stessa ordinanza “A” fatta dalla regione “nera” osteggiata violentemente dai “rossi”: non importa la logica, occorre solo dare addosso in modo da mettere in cattiva luce gli avversari. E se nel frattempo ne muoiono un po’… e vabbé, che sarà mai!

Non dimentico la schiera dei terrorizzati, che – per carità – la paura fa 90 e un po’ li capisco, ma che vorrebbero tutto chiuso fino alla comparsa del vaccino (che da altre parti loro stesso osteggiano) perché “… e se mi ammalo?”. Peccato che si tratta sempre di qualcuno che miracolosamente non ha perso il lavoro, magari è pensionato, forse lavora in una delle poche aziende che non si sono fermate, addirittura è dipendente di qualche entità statale, regionale o comunale, e quindi pensa qualcosa di simile a “ma chi se ne fotte dei commercianti e delle attività che falliscono, ci penserà un po’ lo stato a sostenerli!”. Peccato che lo stato non è stato in grado di sostenerne pochi, figuriamoci se questo stato di chiusura fosse andato avanti ancora a lungo. Peccato che siamo in una economia circolare, e che se una o più pedine crollano, prima o poi seguono anche le altre. A chi credete, vorrei dire a questi signori, che le aziende vendano i loro servizi? Egoismo del “tanto io sto bene, cavoli tuoi” a parte, dove pensate che trovi, lo stato, i soldi per pagare sussidi e simili ad aeternum? Credete davvero che il vostro lavoretto durerebbe ancora a lungo? Che siete degli intoccabili?

E finiamo con gli insulti da bar, le cattiverie gratuite basate su psudoindagini di testate da “web”, le fake news per guadagnare sui click e così via.

Altro che saremo tutti più buoni. In questa pandemia – salvo rare eccezioni, come la maggioranza dei medici e degli infermieri – non si è visto il lato buono, si è visto – ancora una volta – il lato peggiore il quale pare ogni volta superare sé stesso ed essere davvero senza fondo.

Si dice che il Buddha storico, ottenuta la liberazione, non volesse sentire ragioni a proposito di insegnarne la strada agli altri, perché non avrebbero mai potuto capire. Poi, per fortuna, qualcuno (non esseri ordinari) riuscì a fargi cambiare idea. In effetti pero’ non so… forse tutti i torti non li aveva.

Chiudo con una delle mie citazioni preferite, di un anonimo medioevale, che più o meno diceva: “il mondo è pieno di pazzi e chi non li vuol vedere si chiuda in casa… ma rompa anche il suo specchio”.

Dedico questo post al nostro Perseo: purtroppo ha subito una operazione endoscopica che, dal dover essere di routine, pochi minuti, si è trasformato in un raschiamento e sezionamento della zona retronasale durata un’ora 😦

Ora pian piano si sta riprendendo, dovrà fare dieci giorni di antibiotico, aspetteremo il risultato dell’esame istologico (incrociando le dite) e poi… vedremo se sarà finita qua o si dovrà fare qualcos’altro.

Perseo è un gatto bravissimo, un cuor d’oro, l’unico che va d’accordo con tutti gli altri gatti, che non ha nemici.

Io non credo che la vita sia meritocratica, non almeno come intendiamo noi questo termine, ma… se ci fosse un essere del quale poter dire “non se lo merita”… sarebbe lui.

Spesso noi amanti degli animali diciamo “più conosco gli uomini e più amo gli animali”: se conosceste Perseo, fareste tutti il tifo per lui 🙂

 

Prendersi cura della propria mente

Tom e Logan

Logan

Mentre metto alcune foto recenti dei nostri amici a quattro zampe per stemperare un po’ la drammaticità del momento che stiamo vivendo in Italia, volevo scrivere qualcosa a proposito di un argomento che per gli amanti delle filosofie orientali come me è di grande importanza, soprattutto in momenti che sì, sono duri, ma che soprattutto implicano una grandissima pressione esterna dei mass media sulla nostra personalità.

Numa (e Logan)

 

Raramente siamo consapevoli di come la nostra mente sia facilmente influenzabile. Normalmente cio’ non è una cosa brutta, è proprio grazie alla malleabilità della nostra mente che possiamo cambiare e crescere, altrimenti resteremmo sempre fermi, con le nostra fissazioni, i nostri traumi, le nostre abitudini spesso cattive.

 

Jones e la sua ombra

Il succo, il centro, il cuore del Buddhismo in fondo è tutto qua: è grazie all’interdipendenza della nostra mente (ovvero al fatto che non sia intrinseca, ferma, non dipendente da cio’ che la circonda) che possiamo imparare a direzionarla, evolvere e aspirare alla liberazione dalla sofferenza.

 

 

 

Junior

Ma la mente va diretta, altrimenti è come quella famosa storiella zen del contadino e del cavaliere: un contadino, vedendo un cavaliere in groppa al suo cavallo correre a tutta velocità e supponendo stiano andando in qualche luogo di grande importanza, gli chiede “Dove state andando??” e il cavaliere urla di rimando “Non lo so! Chiedi al cavallo!!” 🙂

 

Perseo

Così siamo noi quando lasciamo le redini della nostra mente. A volte si resta sgomenti, fermandosi a rifletterci, di vedere dove la nostra mente sia andata a parare e delle derive pericolose a cui puo’ portare. Bisogna prendersene cura.

 

 

Surya

Fino a quando non si è capaci di controllare con continuità la propria mente, non solo a sprazzi, è meglio assumere la sana abitudine di prendersi qualche pausa, staccando dal turbinio di informazioni a cui siamo sottoposti.

A volte è sufficiente spegnere la TV o cliccare sulla “X” in cima alla pagina web e immergersi, ad esempio, nella natura o in qualunque altra cosa che ispiri serenità.

Sembra una banalità ma è molto importante.

Surya galoppa

Logan fa un anno! :-) E considerazioni sul 2020…

Il tipetto che vedete qua sopra, Logan, dovrebbe compiere il suo primo anno di vita in questo periodo… più o meno 🙂

Aggiuntosi circa tre mesi fa alla nostra tribù di sua spontanea iniziativa, si è rapidamente adattato alla vita casalinga.

Anche se diversi dei gatti residenti (3 su 4) gli danno ancora filo da torcere, lui non se ne cura più di tanto e pian piano conquista altri settori della casa. Ad esempio nella prima foto è sul letto, luogo dove in pratica per due mesi non aveva messo pie… ehm… zampa 🙂

Diciamo che è vicino a conquistarsi l’amicizia di almeno un gatto su quattro, il tranquillissimo Perseo, e, soprattutto, ha trovato alleati inaspettati nei cani, con i quali va più d’accordo che con i suoi simili (e poi si dice “essere come cane e gatto”… vabbé! 😛 ).

Il 2019 è stato un anno terribile, con diversi lutti nella famiglia di Lady Wolf, acciacchi, incidenti, difficoltà lavorative. Il 2020 sperabilmente sarà migliore, anche perché non ci vuole troppo, ma nella vita non si sa mai e, chissà, tra un anno saro’ qua a rimpiangere il 2019 😀 Comunque l’inizio è abbastanza favorevole.

Cio’ che invece vedo attorno a me, fuori dalle mura di casa, nel mondo, è decisamente sconfortante. Secondo alcuni, questo periodo sarebbe dovuto essere l’inizio di un risveglio spirituale, la famosa Era dell’Acquario che avrebbe dovuto portare “la solidarietà, la democrazia, la fratellanza, la ricerca di uno stile di vita nel rispetto dell’ambiente, l’umanitarismo, l’apertura di idee, e lo sviluppo di nuove tecnologie” (cit. wikipedia). Bé… diciamo che sviluppo tecnologico a parte, tutto il resto latita parecchio, anzi mi sembrano valori che sono sempre meno presenti. La tecnologia poi è solo uno strumento e, come tale, non ha un suo valore intrinseco, puo’ essere utilizzato sia a fin di bene che a fin di male. Per cui, visto l’egoismo, l’egocentrismo e l’ignoranza che regnano sovrani, c’è poco da stare allegri.

La Natura è sempre più messa alla prova, mentre scrivo mezza Australia è in fiamme e si parla di 500 milioni (500 milioni!!) di animali morti. Tornano i venti di guerra, stavolta tra Stati Uniti e Iran. E questi sono solo la punta di un iceberg ormai enorme. Tutto è sull’orlo di una rovinosa caduta, in un equilibrio precario, eppure la gente litiga e si azzuffa per le cose più stupide e superficiali, aggrappati al proprio “io e mio” senza vedere un metro al di là del proprio giardinetto.

Forse è vero che è destino delle civiltà evolute quello di avere una decadenza di valori e finire per autodistruggersi. Speriamo almeno che un domani la vita su questo pianeta riesca a riprendersi, magari senza una specie così stupida e cieca come la nostra.

Francamente non sono affatto ottimista.

Dovremmo prendere esempio da questi tipetti qua sotto, altroché! 😉

Logan e Surya

Sissi non c’è più…

Sissi da piccina, mi osservava incuriosita mentre facevo colazione 🙂

Ciao Sissi, non so se adesso puoi sentirmi. Forse, grazie al nostro legame, puoi solo sentire le mie emozioni. Secondo i buddisti, dopo la morte le nostre emozioni guidano i nostri cari durante il loro viaggio nel bardo, soprattutto nelle prime fasi, subito dopo la morte grossolana. Quindi, lo so, dovrei avere solo sentimenti ed emozioni positive, dovrei rigioire per questi lunghi sedici anni e mezzo che sei stata con me, per tutte le avventure nelle quali mi hai accompagnato e, un po’, attraverso le quali ti ho trascinata io. Ne avresti tante da raccontare! Ma, ancora per qualche ora, concedimi di essere triste. Mi manchi tanto, sai? Ho tanti altri amici a quattro zampe qua, vicino a me, ma tu eri tu. E lo sarai sempre.

Nel 2003, dopo la morte di mio papà, ti presi da una amica per tenere compagnia a mia mamma, e tu, per i tre anni in cui visse, lo feci egregiamente. Ho ancora qualche foto di te in braccio a lei, sai? Sono le prime foto fatte con un cellulare dell’epoca, non sono granché, ma tanto basta. Ti basto’ poco per iniziare a consumare le proverbiali sette vite: da piccina ti bruciasti la lingua con la 220 spellando un filo della corrente che spuntava da un muro. Te la cavasti con un shock che duro’ un po’ di ore e perdendo un pezzo di lingua che nel tempo ricrebbe. Poi, giocando su un poggiolo dell’appartamento al quarto piano, perdesti l’equilibrio ma, miracolosamente, rimbalzasti sulle corde da stendere riuscendo così ad aggrapparti al poggiolo e io riusci’ a tirarti su! Pochi anni e ti salvasti da una brutta infezione intestinale che parve non finire mai e che negli anni si ripresento’ spesso. Fino all’anno scorso, quando passasti un altro periodo analogo a quello che stavolta ti ha ucciso. All’epoca ti ripresi miracolosamente, quest’anno non ce l’hai fatta.

Quante ne abbiamo passate! Quando mori’ mia madre, il rapporto con mio fratello divento’ pessimo e decisi di andarmene. Un giorno presi le mie cose e me ne andai, portandoti con me, ma tu nel frattempo eri cresciuta e non entravi più nel trasportino! Fui costretto a portarti fuori in braccio, attento a non farti scappare. Poi in auto, e poi, di nuovo in braccio, nella nuova casa che, per noi, rappresento’ una nuova vita.

Julius e Sissi nel 2008, Julius era ancora un cucciolotto qua

Quando viaggiavo per lavoro, spesso per una settimana intera, non volendo lasciarti sola, pensai di prenderti un compagnuccio, Julius, per tenerti compagnia e invece… siete sempre stati cane e gatto! 😀 Anche se, devo dire, cani e gatti da noi sono sempre andati d’accordo 🙂 Ma io so che in fondo vi siete voluti bene e, adesso, vi siete riuniti, chissà… lui forse è stato il primo a venirti incontro sul ponte 🙂

Poi hai conosciuto mia moglie e il suo cagnolino, Tom. E poco tempo dopo una nuova compagna felina, Numa, con la quale, per fortuna, il tuo rapporto fu di rispetto 🙂

E i traslochi! Ne hai fatti… quattro in pochi anni! E nell’ultima casa, quella che ti ha visto andartene sul tuo adorato divano, hai visto morire Julius e arrivare via via quattro nuovi nuovi gatti, Perseo, Jones, Junior e recentemente Logan, e poi anche un altro cane, Surya.

Quante ne abbiamo visto assieme, amore mio. Sapevo che il tuo tempo sarebbe prima o poi arrivato alla fine, è la vita, sedici anni e mezzo sono una bella età per un gatto. So che te la sei passata bene, e ne sono felice. Ma con te se ne va un altro pezzo del mio cuore e a volte mi chiedo se a forza di staccarne pezzi ne resterà ancora.

Memore dell’anno scorso, ho sperato in un altro miracolo, ma stavolta è stata più dura e non ce l’hai fatta. Quante ore abbiamo passato, ogni giorno, a cercare di curarti, di farti mangiare con il cucchiaino con infinita pazienza, anche di notte. Ma ti sei meritata ogni cosa, ogni minuto di attenzione che ti abbiamo dedicato. Perché tu, amore mio, l’avevi prima dedicato a noi.

Ma da ieri non mangiavi praticamente più, nemmeno così, e l’adattamento delle cure non ha sortito l’effetto sperato, che, comunque, avrebbe potuto solo allungarti la vita di qualche giorno, forse qualche settimana. Faticavi a stare in piedi, ad alzarti, avevi più fame d’aria che di cibo. Ti mancava il respiro, le narici ti si chiudevano. Cercavamo di ripulirti e riaprirtele, ma si chiudevano di nuovo in breve tempo. Gli occhi ti si erano incassati come succede poco prima del trapasso. Quanto peso hai perso.

No, non c’era pià spazio per il miracolo. E non doveva più essercene per la sofferenza. E, così, abbiamo deciso. Tenerti ancora così, per averti con me qualche altra ora, qualche altro giorno, sarebbe stato un atto di egoismo intollerabile. Ringrazio mia moglie che mi ha sostenuto, aiutandomi, gentilmente, a capire sempre più che non ce l’avresti fatta. Ringrazio il veterinario dal cuore d’oro che ha agito in maniera perfetta, senza alcun dolore, accertandosi che fosse la decisione giusta e rincuorandoci su questo.

Sissi, amore mio, io sono apertamente filo-buddhista, credo che questa non sia la fine. Non so se ci sia davvero la reincarnazione, ma nel dubbio, finito questo post, mi scuotero’ e cerchero’ di ricordati con gioia, perché questo ti aiuterà “di là”, nel bardo, a trovare una nuova, e spero più bella, rinascita. Se così sarà, sono certo che ci rincontreremo, perché il nostro legame è troppo forte perché vada perso. Mentre te ne andavi, ti ho chiesto di cercarmi quando tornerai. E chissà… prima o poi tu sarai l’umano, io saro’ il gatto 🙂

O forse la reincarnazione è solo un retaggio culturale, ma poco importa: tu, comunque, ci sei sempre stata e sempre ci sarai. Il tuo corpo, la tua mente, sono state una manifestazione materiale di quella energia universale che tutto permea, dalla quale tutti veniamo e torneremo. Noi ci identifichiamo con quella manifestazione materiale, dando un nome a quella forma e credendo di essere solo quella. Come un’onda che crede di essere distinta e indipendente dal mare che l’ha generata. Ma è parte di essa, sempre lo è stata se sempre lo sarà. Identificandoci con nome e forma abbiamo paura di scomparire, di non essere. Ma cio’ non è possibile. Tu, Sissi, non sei mai nata, non sei mai morta, il tuo corpo e la tua mente si sono solo manifestati in una entità impermanente che si chiama “gatto”, ma tu sei infinitamente di più.

E ora, amore mio, sei tornata libera. E so che in un modo o nell’altro ci ritroveremo. Anzi, a ben pensarci, non ci siamo mai allontanati, tu sei con me come io sono con te.

Buona notte amore mio.

Sissi, Giugno 2003 – 25 Novembre 2019

 

Sissi e Numa

Numa

Ormai è da tempo che questo blog lo dedico a ricorrenze o accadimenti personali e spesso, ma non sempre, i soggetti sono i miei animali che, con Logan, sono diventati 6 gatti e 2 cani, oltre ad un certo numero di pesciolini (circa 30, tutti di piccole dimensioni).

Questo mese sarebbe dovuto essere dedicato al compleanno di Numa, che compie 10 anni. E’ un’età importante per un gatto, equivale a circa 56 anni nostri… insomma, mi ha superato 🙂 . E questo doveva essere il suo post.

Purtroppo pero’ non posso non parlare anche dell’altra gatta femmina del gruppo, la “nonnina” Sissi, che ora ha 16 anni e mezzo. Non sta bene, aveva già attraversato un periodo simile giusto un anno fa ma, contro ogni previsione, riuscì a riprendersi e a vivere bene per quasi un anno. Adesso vive, da alcune settimane, una sorta di ricaduta e stavolta non sembra rispondere altrettanto bene alle cure. Il veterinario che la segue ci ha fatto capire che le cure sono un palliativo: ci vorrebbero investigazioni diagnostiche di secondo livello, come TAC o prelievo dai linfonodi, ma la gatta sarebbe a rischio visto l’età avanzata e le condizioni (ipertrofia del cuore) e, inoltre, anche le eventuali opzioni terapeutiche sarebbero limitate, sempre per lo stesso motivo. Insomma è probabile che non starà con noi a lungo. Adesso mi occupa tanto tempo, per le cure – iniezioni, flebo, pastiglie – e per alimentarla, perché sempre più spesso ha bisogno di essere aiutata con un cucchiaino. Adesso comunque non sta male, non sembra soffra, ha più che altro evidenti problemi respiratori e mangia a fatica. Speriamo non inizi a soffrire troppo e non sia necessario ricorrere all’eutanasia, ma purtroppo non possiamo escluderlo.

Sissi

Ed ecco che arriva… Logan, il sesto gatto 🤣

Logan

Questo piccoletto, di una età intorno ai 7 / 9 mesi, si è presentato alcune settimane fa attorno al nostro giardino, probabilmente attirato dalla presenza di altri gatti e dell’odore del loro cibo. Era di grande magrezza, molto affamato, senza alcun segno distintivo che facesse pensare ad un proprietario bipede.

Logan ancora fuori dal giardino

Oltre all’assenza di collarino e tracce sul pelo che facesse pensare l’avesse avuto in precedenza, abbiamo poi verificato l’assenza di microchip (peraltro non obbligatorio per legge nei gatti ma comunque consigliato per gatti lasciati liberi di uscire di casa). Abbiamo messo un post sulla pagina Facebook locale per chiedere se qualcuno lo conoscesse, ma niente. Non ci sono ricerche che risultino ai veterinari per gatti come lui.

Logan dietro le sbarre

Così, in un paio di settimane abbiamo lentamente fatto prendere confidenza a lui, del giardino e della nostra casa, e ai nostri gatti e cani, di lui e del suo odore. E… ieri abbiamo saltato il fosso: veterinario, test anti FELV e FIV (negativi), cura anti parassiti (era pieno di acari delle orecchie), sterilizzazione (castrazione), collarino anti parassiti con medaglietta con nome e numero di telefono (nostro, non suo… anche se… 🤔😁) e… introduzione a casa!

Logan confinato in bagno

Inizialmente l’abbiamo messo in bagno con una struttura di legno che lo separasse dagli altri fino a quando non si fosse ripreso del tutto dall’operazione. La sera però scalpitava già per uscire e allora…

Ovviamente ha cercato una uscita anche dal giardino ma è protetto da reti apposite, difficile entrare, molto difficile uscire.

Logan in giardino… libero!

Poche scaramucce con i gatti residenti, anche con Jones-The Boss 🤣 e qualche… problema di comunicazione con Surya, il cane femmina di 18 chili 😅

Ma devo dire passi da gigante. Già stamattina Logan sembra a suo agio e, al momento, non pare essere più interessato a svignarsala.

Logan e Surya

Le dimensioni delle zampe e delle orecchie fanno pensare che diventerà un bel gattone e che insidierà Jones come imperatore del regno 🤔 Già stamattina ha lasciato il suo piattino ed ha cercato di andare a mangiare la pappa proprio del Boss! Per i proprietari di gatti esperti questo è un segno evidente di gatto “dominante”. Jones ha soffiato e ringhiato ma… si è allontanato pian piano…

Staremo a vedere 🤗

Logan il sesto gatto